Mi riconosco tra quelli che quest’ansia di superamento del Senato non l’avvertono, forse perché avendo qualche anno in più del presidente Matteo Renzii e del ministro Maria Elena Boschi, ricordo, che la funzione principale che viene attribuita al nostro sistema parlamentare è racchiuso tutto in un concetto preciso: la garanzia.
E non vi è dubbio che nel disegno di pesi e contrappesi della nostra forma di governo parlamentare, il Senato è stato chiamato a svolgere essenzialmente un ruolo di garanzia contro i pericoli di assolutismo democratico e di centralismo statuale di un ordinamento monocamerale.
Il Senato, proprio perché caratterizzato da una elezione ‘a base regionale’ è chiamato ad assicurare, all’interno del Parlamento, un altro tipo di rappresentanza politica legittimata dalle forze vive che sono espresse nei territori.
È una rappresentanza ‘necessaria’ anche per la drammatica crisi dei partiti politici tradizionali. Ma ruolo di garanzia costituzionale del Senato non significa però bicameralismo paritario.
È dunque necessario un bicameralismo differenziato. E questo non può significare assolutamente l’esclusione del Senato dalle funzioni parlamentari che ha svolto finora.
Deve significare, invece, rimodulare l’esercizio di queste funzioni, innovare nella struttura per realizzare maggiore integrazione territoriale della rappresentanza e per far questo il Senato non può che essere elettivo.
E i rappresentanti dei territori devono essere scelti direttamente dai cittadini.