Il governatore Caldoro e il ministro Lorenzin hanno scoperto l’acqua calda. Che la Campania fosse stata penalizzata nel riparto dei fondi per la sanità lo sapevamo già da un pezzo. Questo stato di cose, d’altronde, era già stato ampiamente denunciato nel 2006 dall’allora assessore regionale alla Sanità Angelo Montemarano, attuale direttore dell’Arsan.
La regione Campania risulta penalizzata, a tutt’oggi, complessivamente per 12 miliardi di euro.
Una cifra enorme che equivale a qualcosa come 700 milioni di euro in meno incassati ogni anno. Tutto questo a causa di un riparto assurdo, calcolato sulla scorta della popolazione anziana della regione, frutto di un accordo scellerato che risale al 1997.
È arrivato il momento di stimolare il presidente della giunta Stefano Caldoro affinché non sottoscriva alcun accordo in sede di conferenza Stato-Regione fino a quando non sarà ripristinata la giusta metodologia del riparto dei fondi sanitari nazionali che deve essere fondata, lo ricordiamo, sui cosiddetti determinanti della salute.
Nel momento in cui non dovesse esserci unanimità alla conferenza Stato-Regioni, la competenza passerà giocoforza al ministro.
E allora verificheremo se realmente la Lorenzin vuole ripristinare i giusti equilibri per la Campania, oppure gioca solo a nascondino.